L'ingresso della Dieta Mediterranea nella prestigiosa lista Unesco ha aumentato l'interesse dei consumatori nei confronti dell'olio di oliva?
In un certo senso si. Per tanti anni l'olio è stato come la Cenerentola dei prodotti agro-alimentari. Si parlava sempre e solo di vino, delle tecniche di produzione, del marchio doc mentre l'olio di oliva, sopratutto quello pugliese, veniva sottovalutato e tagliato per l'esportazione. Recentemente, invece, riscontro una maggiore attenzione a conoscere cosa l'olio sia sopratutto fra i giovani che s'informano su tale propotto a cominciare dal momento della raccolta. Importanti sono le visite scolastiche nel nostro frantoio perchè abbiamo l'occasione di mostrare ogni singola fase che conduce il nostro olio in tavola.
Quale riscontro ha l'olio extra vergine pugliese all'estero?
C'è un grande interesse da parte degli Stati Uniti, del Canada e della Cina. Purtroppo i produttori del Nord Italia hanno saputo lavorare meglio sotto il profilo dell'immagine e imbottigliandolo e promuovendo con ottime campagne di marketing sono riusciti a piazzare i loro olii già da diverso tempo. Noi lo stiamo facendo solo ora. Siamo come al solito in ritardo ed è un paradosso perchè i "big" nazionali hanno una bassa produzione. Ad esempio l'olio del Garda venduto fino a 22 Euro a bottiglia proviene da tenute poco estese rispetto alla produzione annuale della Puglia che soddisfa il fabbisogno nazionale. Per questo ci stiamo unendo ad altri produttori pugliesi così da ampliare i nostri margini di lavoro.
13 Maggio 2011
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