Mangiamo cibi che appagano il nostro corpo e la nostra mente, ma è proprio così?
25-01-2016
Mangiare è uno dei piaceri della vita e, quando ci è possibile, consumiamo gli alimenti che ci piacciono ed evitiamo quelli che non preferiamo. Mangiare i cibi preferiti può stimolare il rilascio di ß-endorfine che, come è noto, esaltano l’umore. Tuttavia l’attrattiva di un alimento non è legata solo alle sue proprietà sensoriali, ma dipende anche dalla fame che si ha, dall’esperienza vissuta nella precedente occasione in cui si è consumato quell’alimento e dalle circostanze sociali in cui viene consumato. Insomma l’alimento giusto, al momento giusto, ci fa sentire davvero bene.
Le voglie alimentari, o il desiderio di mangiare un cibo in particolare, sembrano essere molto comuni. Infatti pare che, le persone che hanno riferito di essere prese da voglie alimentari variano tra il 60 e il 90%. Però, mentre, Gli uomini pensano che le voglie alimentari scaturiscano dalla fame, mentre è più facile che le donne le attribuiscano ad umori negativi come la noia e lo stress. Le donne sono inoltre più portate a provare sentimenti negativi, quali i sensi di colpa e i rimorsi, se hanno ceduto alla tentazione.
Gli effetti dei singoli nutrienti degli alimenti sono stati ampiamente studiati, ma, fino ad ora, non è stato raggiunto un accordo chiaro riguardo l’effetto di questi nutrienti sulle nostre reazioni comportamentali. Per esempio, è dimostrato che l’assunzione di carboidrati determina sensazioni di rilassatezza e sonnolenza è uguale a quello degli studi che non trovano alcuna prova di tale influenza. È possibile che le persone reagiscano in modo diverso a determinati nutrienti come succede, ad esempio, con la caffeina.
Mentre potrebbe esserci un’interazione tra il cibo e la chimica del corpo, non dobbiamo sottovalutare l’impatto psicologico e i condizionamenti che possono derivare dal nostro comportamento alimentare. Non ci sono dubbi sul fatto che il sapore del cibo e il piacere di mangiare possano migliorare l’umore e il benessere. Ma i notevoli effetti positivi derivanti dal mangiare “cibi dannosi ma buoni” sono spesso minati dal senso di colpa. Allora: “La cosa più importante è liberarsi da ogni senso di colpa relativo al mangiare”. Per fare questo, però, è necessario imparare a gestire i livelli di assunzione dei propri cibi preferiti per massimizzare il piacere che procurano senza dover eccedere nel consumo per esserne appagati.
Giulia Leo